Laban, Rudolf, L’arte del movimento, a cura di Eugenia Casini Ropa e Silvia Salvagno. Ephemeria, Macerata, 1999 (ed. or. The Mastery of Movement on the Stage, London, Macdonald & Evans Ldt, 1950).
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“Il lettore avrà forse sentito parlare di quella famosa storia cinese che narra di un millepiedi, ridotto all’immobilità e morto di fame, perché gli era stato ordinato di muoversi sempre prima con la settantottesima zampa e poi con le altre, seguendo un ordine prestabilito. Questa storiella è spesso citata per mettere in guardia dal presuntuoso tentativo di dare una spiegazione razionale del movimento. Ma, naturalmente, quel povero insetto fu vittima di regole puramente meccaniche, e questo ha poco a che fare con il libero fluire dell’arte del movimento”
I 4 fattori di movimento: Spazio (S): direzione e livelli dei passi e dei gesti; cambio di fronte; estensione dei passi e dei gesti; forma dei gesti. Tempo (T): rapido e lento nei gesti e nei passi; ripetizione di un ritmo; tempo di un ritmo. Peso (P): tensione forte o debole; posizione degli accenti; fraseggio risultante da periodi accentati e non accentati. Flusso (F): scorrevole; interrotto; arrestato.
E’ un fatto meccanico che il peso del corpo, o di ogni sua singola parte, possa essere sollevato e trasportato in una determinata direzione dello spazio, e che questo processo richieda un certo lasso di tempo, in rapporto alla velocità. Le stesse condizioni meccaniche possono essere osservate in ogni controspinta che regola il flusso del movimento. Il fluire è il normale svolgersi del movimento, come quello di una corrente fluida, e può essere più o meno controllato.
Spazio, tempo, peso e flusso sono i fattori di movimento attraverso i quali la persona che si muove adotta un particolare atteggiamento, che, a seconda dei casi si può descrivere come: un atteggiamento flessibile e lineare nei confronti dello spazio; un atteggiamento di prolungazione o di abbreviazione nei confronti del tempo; un atteggiamento rilassato o energico nei confronti del peso; un atteggiamento di liberazione o di contenimento nei confronti del flusso.
SPAZIO | diretto |
flessibile |
TEMPO | subitaneo |
sostenuto |
PESO | forte |
leggero |
FLUSSO | controllato |
libero |
Il fattore di movimento spazio può essere associato alla facoltà umana di partecipare con attenzione. In questo caso, la tendenza predominante è quella ad orientarsi e a trovare una relazione con la materia d’interesse o in un modo subitaneo e diretto o in uno circospetto e flessibile. Il fattore di movimento tempo può essere associato alla facoltà umana di partecipare con decisione. Le decisioni possono essere prese inaspettatamente e all’improvviso, lasciando andare una cosa e rimpiazzandola con un’altra in un preciso momento, oppure possono svilupparsi gradualmente, mantenendo una delle condizioni precedenti per un certo periodo di tempo. Il fattore di movimento peso può essere associato alla facoltà umana di partecipare con intenzione. Il desiderio di fare una determinata cosa può far presa in una persona talvolta con forza e fermezza, talaltra delicatamente e con leggerezza. Il fattore di movimento flusso può essere associato alla facoltà umana di partecipazione con precisione o, detto altrimenti, progressione. Si tratta della capacità di accordarsi al processo di realizzazione, cioè di relazionarsi all’azione. Si può controllare e vincolare il flusso naturale di questo processo o lasciare che scorra libero e senza ostacoli.
Limitazioni nell’uso dei fattori di movimento
Il primo passo per comprendere queste fluttuazioni consisterà nell’analizzare gli atteggiamenti generali osservabili nel movimento, che abbiamo chiamato “assecondare” o “lottare contro” singoli fattori di movimento all’interno di uno sforzo. Questi atteggiamenti possono essere interpretati come una tendenza verso uno o entrambi i gradi estremi di ciascun fattore di movimento di cui il corpo umano è capace. Le funzioni orientative dei nervi così come le funzioni-carrucola dei muscoli e le funzioni-leva delle ossa dello scheletro hanno limiti di capacità in entrambe le direzioni, tra il più sottile accordo e la più potente resistenza ai fattori di movimento.
Questo può essere facilmente compreso se lo si applica al peso. Un peso che va oltre la nostra capacità non può essere sollevato e, se eccessivo, potrebbe nuocere al corpo. La finezza del toccare è anch’essa limitata, perché l’uomo non può maneggiare cose infinitamente piccole per volume e peso.
E’ anche evidente che la velocità del movimento umano è estremamente limitata se paragonata a quella, diciamo, del suono o della luce. E non siamo neppure in grado di sostenere un movimento per tutto il tempo, ad esempio, che impiega il nostro corpo a crescere.
Più difficile da capire risulta la limitazione di movimento riguardante le sue capacità di occupare lo spazio. Con la massima flessibilità, noi riempiamo soltanto una parte molto limitata di uno spazio sferico, e ciò che chiamiamo movimento diretto non è mai così diritto come, ad esempio, una corda tesa o un raggio di luce.
Così, anche nel caso del flusso, bisogna dire che il movimento più libero che possiamo produrre è in realtà ancora leggermente controllato, perché alla fine può essere arrestato. Un flusso realmente controllato è vicino all’arresto assoluto, ma un arresto assoluto non esiste nel corpo di un essere vivente, finchè il cuore batte e i polmoni respirano.
Le limitazioni nell’uso dei fattori di movimento non ci impediscono, comunque, di tentare di raggiungere la massima velocità, la massima forza, il massimo controllo e la massima precisione direzionale dei nostri movimenti e, implicitamente, tutti i loro contrari. Questa tendenza caratterizza l’atteggiamento che abbiamo chiamato precedentemente “assecondare o lottare contro” un fattore di movimento.
Testi tratti dal libro “L’arte del movimento” di Rudolf von Laban