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La fiducia vive nel limite

TERRITORIO FUX:
INCONTRI CON PERSONE STRAORDINARIE
A Graciela di Buenos Aires, impiegata di banca, attrice, tessitrice, danzatrice.

Posso arrivare ad abbracciare questo paradosso?
“Il limite mi aiuta, è ciò che è già stato fatto; la fiducia mi proietta nel Metodo, che è costituito da  cose mai fatte…”

La fiducia è quell’atteggiamento, verso se stessi o verso altri, risultato di una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità.

In danzaterapia la fiducia è come un tessuto, la cui trama affiora solo dopo una lunga attesa intrecciata in termini di tempo ed errori, di sforzi e di volontà; di pazienza; si traduce anche e soprattutto nel piacere di “fare e di disfare”, di sciogliere nodi o includerli, così come sono, nel disegno. Quale apparirà il paesaggio finale? Non si sa!

Fisicamente si potrebbe tradurre la fiducia come:
– apparente sospensione del movimento: un respiro in cui il tempo e lo spazio si perdono;
– lucida certezza di poter sentire e misurare il peso della propria massa, corporea e non;
– posare il corpo nella quiete dell’appoggio (vuol dire lasciar fluire il peso del proprio corpo su un appoggio, sia esso la terra, un limite o il corpo dell’altro;
– ricevere, allo stesso modo, il peso dell’altro mantenendo un acuto stato di veglia, ma con calma e benessere, senza abbandonarsi, senza trattenersi, senza accelerare);
– saper scegliere da cosa lasciarsi influenzare ammortizzando perturbazioni, intercettando istintivamente “ciò che accade” prima “che ciò accada”.

Nelle varie situazioni il corpo non è mai uno strumento per esprimere sentimenti, idee o stati d’animo ma è semplicemente “l’espressione lucida di sé stesso e di quanto pesi”.

E’ il corpo colui che pone le condizioni, sceglie e definisce le possibilità, disegna i limiti. Decide se e quando appoggiarsi. Opta.

La fiducia è uno stato naturale dell’essere umano anche relazionata con la velocità nella quale i cambiamenti si succedono nella vita, dove spesso nulla avviene lentamente ma più esattamente tutto accade compulsivamente; la fiducia non può essere un processo compresso. Dove il pensiero non basta, perché troppo rapido, lì arriva il corpo…realtà della vita così come la conosciamo, spesso disorientato e immobilizzato da un tempo alieno e finto che solo la fiducia può smascherare.

Il danzaterapista deve tentare di propiziare la nascita della fiducia, nella sua forma più pura, dentro se stesso…successivamente, per ciò che concerne il corpo dell’altro  potrà cercare di non inciampare nel vizio delle interpretazioni intellettuali.

In danzaterapia il corpo si espande, i contorni della realtà corporea spesso si dilatano, la fiducia rende possibile vedere l’invisibile e ripristina una visione della realtà adeguata al peso del corpo e dello spazio, in relazione alla comprensione di ciò che avviene dentro e attorno.

Il processo di fiducia comincia lontano dal corpo e dai propri desideri, gli impulsi arrivano dal di fuori e si muovono in direzione verso il dentro. La qualità della sensazione di fiducia si infiltra lentamente sotto la pelle, s’impossessa del corpo e sfida la razionalità. Il soggetto si consegna come essere sociale e culturale alle forze della natura. La fiducia diventa immagine che nasce dal corpo.

 La danza è tagliata come pietra dall’acqua del mare.

Il lavoro con il corpo rappresenta anche la lotta contro le abitudini, abitudini spesso di non-fiducia.

Il danzaterapista gestirà il processo di costruzione della fiducia adottando immagini poetiche piuttosto che mediante dissertazioni razionali, il corpo deve muoversi concretamente e mai rimanere statico, né diventare un corpo sognante.

La pazienza, il coraggio e la resistenza sono costantemente messe a dura prova.

Il corpo si trasforma in materiale vivente dalle diverse forme e densità.

 Se sparisce il contorno tra forma e non-forma, corpo e spazio, vuole dire che l’idea iniziale è stata finalmente incorporata.

La forma è continuamente soffocata per dar luogo a una non-forma originando un processo dinamico circolare. Il corpo si trasforma continuamente per poi rinascere in forme nuove. Il principio che “tutto cambia” è accettato ed il corpo deve essere in simbiosi con le trasformazioni per sfidare continuamente la tendenza alla staticità. Quando questo principio è vivo, non ci sono più i vuoti e tutto è parte del processo di fiducia. Il corpo, il tempo e lo spazio vivono. La sfida perpetua e la sorpresa devono essere parte quotidiana del sentire dell’artista danzaterapista.

Tutte le parti dell’incontro con il gruppo si nutrono dell’improvvisazione. Solo con una meticolosa preparazione si possono affrontare e gestire i momenti dell’incertezza, che nessuno può controllare.

Applicando Fux il danzaterapista ha ben poche occasioni di ripetere lo stesso incontro e neanche cerca o riesce a farlo. Quandanche le lezioni si ripetessero, la situazione, il tempo, le persone, il luogo sarebbero nuovi e ciò determina sempre scenari inaspettati.

L’incontro con il gruppo è la parte del processo di creazione che mette in gioco tutto.

La danzaterapia ha come prima finalità quella di comunicare, commuovere, confrontare e costruire fiducia in tutti gli aspetti della vita. La danzaterapia non ha padroni e ha poco rispetto per le convenzioni. “Fa ed è”.

In fondo aver fiducia oggi è un’attività sovversiva.

Al riappropriarsi del corpo ritorna anche il potere nell’individuo. In questo modo si sfidano molte strutture d’abitudine. La convivenza del proprio corpo con altri corpi e, in relazione ad altri esseri umani, crea i valori base per lo sviluppo della fiducia: rispetto e responsabilità.

Ringrazio Graciela, il cui corpo comprende bene tutto questo. Dal sorriso dei suoi lunghi anni mi ha mostrato che con la continuità si può ritrovare la fiducia che dà conforto e sollievo, la fiducia che dà visione…per appoggiarsi all’altro senza fargli male.

Valentina Vano
Danzaterapista, Milano, MI, Italy
w: www.metodomariafux.com | @: danzaterapia@ymail.com|
t: (+39) 339 4805 033

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